Il Trio Chitarristico di Roma

LA PRIMAVERA DELL’83

Ricordo poco di quel lontano periodo; solo che meditavo da tempo di voler intraprendere seriamente l’esperienza della musica d’insieme per duo di chitarre. M’era già capitato, da ragazzo, di suonare con un altro chitarrista, ma solo per passare il tempo. Poi dal ’79 m’ero affiancato, in concerto, ai più diversi musicisti; col flauto, col duo di flauti, col soprano, col gruppo d’archi, ma mai con un’altra chitarra. L’occasione, come spesso avviene, fu offerta dal caso. In più circostanze m’ero incrociato con Fernando, un coetaneo dal fare schietto, spiritoso e spontaneo, il cui amore per la chitarra era giunto a fargli deviare il suo corso di studi alla facoltà di Giurisprudenza in favore della musica. Fernando Lepri proveniva anche lui dalla scuola di Modesto Ricchi, che ha allevato numerosissimi giovani alla musica, perfino il grande Gigi Proietti! Alcuni di loro poi avrebbero proseguito il loro studio per giungere alla professione di musicista, altri avrebbero preso altre strade. Fernando, malgrado non avesse intrapreso in tenera età lo studio della musica, aveva bruciato le tappe rivelandosi un chitarrista molto promettente. Ebbene fu in quella primavera che ci incontrammo in più occasioni, e fu forse per il prestito di una partitura che ci attardammo in chiacchiere più del solito e che stabilimmo un altro incontro. Ricordo in particolare che vidi Fernando alla mia casa d’origine, credo per il rapido scambio di un fascicolo, e colsi lì l’occasione di esternargli il mio desiderio di formare un duo di chitarre. Gli chiesi se avesse voglia di provare insieme quest’esperienza. Lui si disse spiacente di non poter aderire alla proposta, perché suonava già in duo con Roberto Felici. «Roberto Felici…? – gli risposi stupito – ma lo conosco da una vita!- era anche lui da Ricchi dagli ultimi anni Sessanta! – Ma allora……..perché non pensare a un trio….! Può piacervi l’idea? Io avrei già dei pezzi……». «Provo a chiederglielo!» mi rispose Fernando. Senza neanche aver mai pensato in precedenza di formare un trio, nella mia attività compositiva avevo già prodotto una Rapsodia per tre chitarre e la trascrizione della Serenata Eine Kleine Nachtmusik di Mozart. Dopo qualche tempo richiamai Fernando per sapere se avesse parlato con Roberto del progetto. Era un periodo che, per gli impegni di entrambi, non avevano più potuto incontrarsi. Dovetti riprovare più in là. Quando li risentii ci fu una cauta adesione da parte loro alla mia proposta, tanto che ebbi il timore di aver rotto loro le uova nel paniere… Ma giacché l’adesione bene o male c’era stata, e i pezzi per cominciare c’erano, non feci altro che fotocopiare la partitura della Serenata di Mozart, che avrebbe di certo costituito un bell’incentivo al nostro studio. Nel frattempo giunse l’estate, e ci ripromettemmo di incontrarci a settembre per suonare assieme.

SETTEMBRE 1983

E fu così: la prima prova si svolse a settembre nell’appartamento della famiglia Lepri. In programma, una prima lettura della Serenata di Mozart con le tre chitarre. Fu per me molto emozionante sentire il pezzo nella sua nuova realtà fonica, dopo averlo soltanto immaginato in quella veste, trascrivendolo. Sin da allora i miei lavori per trio di chitarre si ispirarono a un criterio di grande concertazione delle parti, in modo da valorizzare gli interventi melodici di ognuno, pur nel rispetto di una coerenza che rendesse distinguibili i ruoli della prima, della seconda e della terza chitarra. Il lavoro si rivelò ben riuscito, e suonarlo fu entusiasmante! Stabilimmo di vederci possibilmente con regolarità, per completare lo studio di quel pezzo, iniziarne altri e formare un po’ per volta il programma per un intero recital. Scegliemmo di incontrarci settimanalmente, per dare una maggiore concretezza al nostro lavoro. Nel periodo in cui stavamo lavorando musicalmente assieme giunse anche l’opportunità di un concerto. Si tenne sabato 19 novembre 1983 a Minturno di Latina. Ne seguirono altri dodici in quel primo anno di attività. Ed eravamo solo dei giovani ventiquattrenni… Altri tempi! Così, si stavano ponendo le basi a quella che sarebbe divenuta la consuetudine lavorativa, artistica e musicale del nostro trio per molti, molti altri anni a venire.